Memphis

 

La genesi di Memphis affondò le sue radici nell'approccio sperimentale al disegno industriale che Ettore Sottsass e Michele de Lucchi avevano portato avanti, alla fine degli anni 1970, durante la loro esperienza all'interno dello Studio Alchimia e la contemporanea vicinanza ai concetti del design radicale. Il collettivo vero e proprio nacque da un incontro informale organizzato da Sottsass nella sua casa milanese l'11 dicembre 1980, per discutere generalmente di nuove forme espressive legate al design; assieme a de Lucchi, parteciparono all'invito i colleghi Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Martine Bedin. Insieme, decisero di creare un gruppo di lavoro come reazione allo stile di design che aveva caratterizzato gli anni 1970, molto minimalista, ritenuto senza personalità e contraddistinto da un aspetto patinato nonché da colori poco brillanti, nero in primis.
Il collettivo utilizzava colori accesi e vivaci, ispirandosi soprattutto alla cultura di massa e alla vita quotidiana. Il nome del gruppo venne ispirato da una canzone di Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile, più volte ascoltata nella serata, e che durante la riproduzione si era inceppata sulla frase «with the Memphis Blues Again»;[2] questo venne scelto per le sue diverse implicazioni, dato che era sì il nome della città natale di Elvis Presley (Memphis) ma anche della capitale dell'Antico Egitto (Menfi), evocando così delle ironiche suggestioni tra la cultura pop e quella classica.

Per tale gruppo l’azienda ha avuto modo di realizzare le seguenti opere d’arte:

 

1984

HYATT disegnato da Ettore Sottsass
MIMOSA disegnato da Ettore Sottsass

1985

FREEMONT disegnato da Ettore Sottsass
AMAZON disegnato da Marco Zanini
SOPHIA disegnato da Aldo Cibic
IVORY disegnato da Ettore Sottsass
BURGUNDY disegnato da Michele DeLucchi
MAMOUNIA disegnato da George Sowden

1986

CONSOLLE disegnato da James Irvine
CLASSIFICATORE disegnato da Shuji Isada
BUENOS AIRES disegnato da Aldo Cibic e Cesare Ongaro

1987

BERTRAND disegnato da Massimo Iosa Ghini

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